Ora si piange, ci si stupisce di dolore, ci si sconvolge per un evento catastrofico inatteso.
Eppure era una tragedia annunciata, nella trascuratezza dello Stato Francese quando è divenuto il gestore della cattedrale in luogo della Chiesa parigina, nei molteplici preavvisi di una graduale degradazione dell'edificio anziano e fragile, e forse anche nella superficialità di chi gestiva un tipo di lavori che si sa molto pericolosi per la struttura dell'edificio.
Un incendio che è già un simbolo dello svuotamento spirituale di un'Europa che ha voluto rinnegare le sue origini cristiane, come ha maliziosamente suggerito Michel Houellebecq nel suo romanzo Sottomissione e come di fatto è avvenuto nei documenti politici europei.
Una solidarietà emotiva che non corrisponde affatto ad una solidarietà sociale e politica di noi tutti Europei, Francia in prima fila.
Ed è quanto avviene con il Pianeta Terra, che stiamo portando alla rovina nonostante piangiamo lacrime di coccodrillo sulla estinzione di questa o quella specie, sulle stagioni alterate, sulla deforestazione e via distruggendo ed inquinando ma di fatto non rinunciamo a nulla dello stile di consumo accumulato insieme con i Suv, il piatto di plastica, i rifiuti e l'anidride carbonica.
L'arte ha pagato e continua a pagare e si è sacrificata perché ci destiamo e guardiamo con occhi disincantati ciò che stiamo combinando e decidiamo di cambiare nella coscienza e nei comportamenti.