Sembra che il governo si stia riprendendo dall'ubriacatura somministratagli da Salvini, sempre all'inseguimento dell'occasione per divenire prossimo presidente del Consiglio dei ministri.
Di Maio finalmente ha spazio e voce per piazzare il suo "Decreto Dignità" che dovrebbe essere la Waterloo del precarieto e del Jobs Act, e soprattutto l'affermazione da parte dei 5Stelle che anche i loro contenuti per il cambiamento saranno presenti nei primi 100 giorni. Per inciso: non sono ancora chiari i termini del decreto, però se non altro va reso onore a Di Maio di non essersi lasciato andare a quell'irritante vezzo del precedente governo di sovrabbondare in inglesismi non necessari . Ecco, ora i fatti.
Dunque: il Decreto Dignità. La Confindustria borbotta, la Lega frena, l'opposizione critica radicalmente (in particolare il Partito Democratico), CGIL e Liberi Uguali non approvano a voce spiegata, ma insomma, - dicono a mezza voce - la direzione è quella. Il presidente Conte tiene ferma l'asta d'equilibrio mentre cammina sulla corda tesa fra i due grattacieli.
Pare proprio che si confermi la sepoltura della tradizionale distinzione fra destra e sinistra. Non che sia importante mantenere in piedi categorie del Novecento. Ma che in qualche modo sarebbe auspicabile confrontarsi con idee un po' meno provocatorie alla Grillo (che hanno strafatto il loro tempo), perché l'impressione è che per ora dietro a queste vi sia troppo Machiavelli.